“Quaderni cegliesi” di Vincenzo Gasparro

Esercizi di scrittura

Memorie, storie, saggi, racconti
scritture poetiche e appendice critica

TUTTE LE OPERE
(1989- 2022)

ISBN: 978-88-99416- 768

Pp.:  840
Prezzo: 25,00 euro

Anno: 2022

Per ordinarlo scrivere a info.ilfilorosso@gmail.com

“Potrò mai io scrivere una poesia che non sia situata in Buenos Aires?”. Con questo pensiero di J. L. Borges s’aprono i “Quaderni cegliesi” ed esso assume valore paradigmatico per tutta l’opera storica, letteraria, poetica, saggistica e religiosa dell’Autore che abbraccia un arco temporale cinquantennale. La citazione sta a significare che il luogo delle proprie radici rappresenta la base ineludibile per la formazione del background culturale che caratterizza l’esistenza di ognuno di noi. Nell’opera di Gasparro è ben visibile, per altro, l’idea che bisogna sempre trascendere il “localismo” per confrontare la propria esperienza con una visione “globale” e con la cultura che ha animato e alimentato la storia politico-culturale del Novecento, fino ad addentrarsi nelle attuali propaggini del paradigma del nuovo millennio che avanza. Il microcosmo di ognuno deve essere letto e interpretato come un pensare globalmente e un agire localmente. A esplicitare questa capacità ermeneutica ci invita anche F. Braudel che ci ricorda: “Anziché avere la Francia davanti a noi, attorno a noi lorenesi, l’abbiamo dentro di noi”.
Ma anche C. Pavese annotò: “Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via”, perché “un paese vuol dire di non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti. Ma non è facile starci tranquillo”.
Emblematico risulta essere, poi, il disegno riportato in copertina del pittore Uccio Biondi, conterraneo dell’Autore, in cui si intrecciano sperimentali forme informali a figure quali la barchetta bianchissima della nostra infanzia e il cenno colorato alla rasiera, usata da antichi e abili artigiani e contadini, che ci riporta alle nostre radici.
Quadro politico emblematico e modernissimo.

“Nelle stanze del tempo” di Franco Michele Greco

Piccole storie e sguardi antropologici sulla Calabria che manca

Collana: Memorie

ISBN: 978-88-99416- 805

Pp.:  215
Prezzo: 15,00 euro

Anno: 2022

Per ordinarlo scrivere a info.ilfilorosso@gmail.com

Come farebbe un cantastorie redivivo che contro il cupio dissolvimento dei nostri tempi accerchiati dalla paura e dalla disillusione mediatica, Franco Michele Greco intona a contrasto la sua cantica e restituisce vita alla favola e al mito della memoria, costruisce e fonde con umiltà e perizia il racconto composito della sua casa, del paese, dei suoi abitanti. In questi brevi racconti e ricordi egli lavora le parole senza retorica, ma con la passione autentica di un testimone dal vero, e sempre con abilità lieve e pensosa restituisce ai ricordi un’aura che li fa brillare della patina del tempo con la mano sicura di un vecchio calderaio.
Mauro Francesco Minervino


Franco Michele Greco è nato a Isidro Casanova, Buenos Aires, nel 1960. Da molti anni i suoi studi sono orientati in un ambito storico-antropologico. Tra le sue pubblicazioni si ricordano, tra le ultime: L’Ecce Homo di Dipignano. Arte, leggenda e spiritualità in una scultura del ’600 (Le nuvole, Cosenza, 2007); Gente calderaia. Viaggio nella civiltà del rame tra l’arte del passato e il vuoto del presente (Le nuvole, Cosenza, 2010); La Casa della Regina, Storia della Motta di Dipignano tra spade aragonesi e benedizioni vescovili, The Writer, 2017; Le parole dei mâšchéri, in collaborazione con J. Trumper, M. Maddalon, F. Araniti e il Collettivo Dedalus (ilfilorosso, 2022); Ha collaborato con prestigiose riviste calabresi e nazionali.